Roberto Cotroneo - Chiedimi chi erano i Beatles. Lettera a mio figlio sull'amore per la musica

Roberto Cotroneo - Chiedimi chi erano i Beatles. Lettera a mio figlio sull'amore per la musica
Mondadori (Saggi)
2003
pp. 119
€ 15


















"Cosa ricorderai di quel pomeriggio? Forse nulla, forse neppure le canzoni cantate. Ma certamente accadrà un giorno che, mentre starai leggendo un libro nella tua cameretta, la radio accesa a basso volume, comincerai a sentire quelle note iniziali del pianoforte, lente, persino incerte. E allora, con un movimento non voluto, senza una ragione apparente, allungherai la mano verso la manopola che regola il volume del tuo stereo.
Forse questo avverrà in un pomeriggio simile a quello di tanti anni fa, caldo, con un cielo blu, saturo, che disegna i contorni dei terrazzi che puoi vedere dalla finestra. Alzerai un po' il volume e sentirai la voce di John Lennon che intona Imagine, e penserai che quella canzone ti dice più di molte altre, anche se non è una delle tue, è una canzone che sentivano i tuoi genitori e i tuoi zii più anziani. E ti chiederai (certo che te lo chiederai) perché, ogni volta che riascolti Imagine, qualcosa di strano si accende dentro di te. Forse qualcosa che ti fa sorridere, o che ti fa sentire più leggero, o magari semplicemente più felice. Ti chiederai perché proprio quella, visto che magari le tue canzoni preferite sono altre, quelle che ti stanno accompagnando lungo la tua adolescenza. E magari, quando la farai ascoltare ai tuoi amici, ti guarderanno perplessi e stupiti che tu possa sentire musica vecchia. Che sentivano i loro padri, e ti chiederanno di cambiare cd. E tu lo cambierai, accondiscendente, sapendo che la musica è sì un'esperienza collettiva, ma riesce anche ad essere un'esperienza unica, personale e persino incomunicabile."



Non so effettivamente se Andrea avrà gradito, ma Cotroneo ha scritto una bella lettera a suo figlio, sull'amore per la musica.
Gli ha spiegato cos'è la musica, da dove viene, come si crea, come si trasmette e come arriva a riempire le nostre giornate.

L'ha raccontata attraverso vicende, pensieri e ricordi, e l'ha fatto non solo parlandone da semplice ascoltatore, ma anche da persona che la musica l'ha studiata e la fa, che si siede al pianoforte e sa già come sta dal primo accordo casuale che esegue, e sa cosa può fare quel giorno, e che tipo di leggerezza e di concentrazione ha la sua mente. Non è lo strumento a dirglielo, è lui a suggerirlo al suo strumento.
Racconta con passione le note di Mozart e i concerti di Chopin, il jazz di Keith Jarrett e le canzoni che hanno fatto la storia, come "Imagine" di John Lennon, che Andrea, a soli sette anni, sa già a memoria anche se ne ignora il significato.
Cotroneo parla di ragazzi con la chitarra che, davanti al Pantheon, chiedono spiccioli e regalano in cambio perle di saggezza, del tipo: "Lo sai che senza la musica la vita sarebbe un errore?"; parla di chi scarica i nervi mettendo il Quartetto di Beethoven in macchina, a tutto volume, come se fosse Mick Jagger; parla di barboni che ogni sera, alla stessa ora, ascoltano incantati il fischiettare di una canzoncina anni '40, proveniente dal primo piano di un palazzo romano.
Parla di musica per ballare, musica come forma di protesta, musica orecchiabile, musica per far dormire i piccoli e musica per far risvegliare i grandi e/o le loro coscienze assopite, musica come studio, musica per pensare, musica come passione, musica come libertà.
Solo, semplicemente, Musica.
Musica che arriva a tutti, che non fa distinzioni, che prende anche chi non la vuole sentire, che cura anche chi non vuole esser curato.
Questo libro è l'elogio della musica, in tutte le sue forme.
E' un saggio, e forse come tale andrebbe trattato. Forse sono io che sbaglio a considerarlo pesante in certe parti, ma penso a quel povero Andrea, e mi chiedo come avrà reagito davanti a certi passaggi..davanti a quelli su Chopin, per esempio. 
Ecco, forse mi aspettavo anche più Beatles e meno Beethoven.
Ma queste sono le uniche due cose che gli rimprovero.
Per il resto, penso che sia realmente una bellissima idea, quella che ha avuto lo scrittore. Ed anche che rappresenti un grande regalo per qualsiasi figlio.
Trasmettere l'amore per la musica - così come quello per i libri - non è facile. Insegnare ad amare la musica, poi, e non esclusivamente la tecnica musicale, a volte pare sia quasi un'utopia. Ma scrivere una lettera non è tanto complicato, e dentro ci si può mettere un sacco di consigli, idee e pensieri sparsi, che nell'insieme possono diventare davvero dei preziosi insegnamenti. Ed è quello che, a mio parere, Cotroneo è riuscito a fare.
"Ma soprattutto che le pagine di questo libro possano insegnarti, Andrea, a sognare senza le parole: che è il senso più autentico di quella che noi chiamiamo musica."

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