Gianluca Morozzi - L'abisso

Gianluca Morozzi - L'abisso

Fernandel
2007
pp. 186
€ 13

“In tv c'è una replica dei mai dimenticati Power Rangers, e quelle tutine colorate che combattono senza volume amplificano il mio senso di nausea. Cerco il telecomando, e mentre sto decidendo se ripristinare il volume o cambiare decisamente programma, lo squillo del telefono azzera le due opzioni. So già chi è, prima ancora di scollarmi dal divano e andare a rispondere. Nessuno al mondo mi telefonerebbe alle nove del mattino, ben sapendo che alle nove del mattino io sono alla fase del quarto sonno. Nessuno al mondo, a parte mia madre.
Mi trascino nel corridoio del nostro appartamento da studenti, tra due ali di locandine di film, tra foglietti con le scadenze delle bollette appiccicati ai muri scrostati, calpestando vecchi appunti sparsi per terra dai foggiani o dall'alcolista anonimo.
La voce di mia madre è così allegra da risultare fastidiosa, a quest'ora del mattino. Quando esordisce con un “Buongiorno dottore!” trillato nel mio orecchio, è come se mi avesse grattato gli intestini dall'interno col raschietto.
“Ciao mamma” dico, molto meno raggiante di lei. Che insiste nella sua allegria nauseabonda dicendo cose tipo “Sei emozionato, amore?”, o tipo “Tuo babbo su in cielo è così fiero di te”. Eh, proprio. Senz'altro mio babbo passerà una giornatina interessante, domani, su in cielo o dovunque si trovi allo stato attuale.”



Morozzi è geniale. Lo adoro.
E' un piacere ogni volta divorare i suoi libri.

Stavolta è partito da una storia semplice - anche un po' stupida, se vogliamo - ed è riuscito a renderla uno spasso.
La storia è questa: Gabriele Bonfiglioli, orfano di padre, vive con la mamma ultrasettantenne a Monteritorto, paesino di poche anime dal quale va via solo per frequentare l'università.
E qui viene il bello: a Bologna, Gabriele comincia a fare la vita che un ragazzo prodigio come lui non si sarebbe mai potuto sognare. 
Birre, rock'n'roll e ragazze fino al mattino...vita da fuorisede. Coi soldi di mamma. Soldi arrivati per ogni esame passato.
Ehm...ma esame passato secondo quale libretto? No perché il nostro eroe, di libretti ne tiene due: uno vero, con 3 esami sostenuti, e l'altro solo per mamma Gelida, con 21 esami.
Eh già, proprio 21. Cioè esami finiti. Cioè laurea. O meglio, così Gabriele ha raccontato alla mamma. Che ha già avvertito tutti in paese, ha già prenotato il ristorante per il rinfresco, ha già preso il vestito rosa confetto.
E adesso che il fatidico giorno sta arrivando? Il povero Gabriele da dove toglie fuori i 18 esami che realmente gli mancano?
La sua sarà un'odissea di follia, alcol ed esperienze pseudo-mistiche, in cerca di una scusa, un appiglio, una scappatoia per salvarsi la pelle ed evitare di ritrovarsi davanti mamma Gelida, in versione confetto, curiosa di sapere come mai lui è ancora in maglietta e pantaloni, lurido e puzzolente, proprio nel giorno più importante della sua vita.

Che dire, quando arrivi all'ultima pagina in poche ore, significa che il libro ti è proprio piaciuto.
Quando sei lì che devi per forza capire come andrà a finire, e corri e sudi insieme a Gabriele cercando di aggrapparti agli specchi e risalire dall'abisso in cui siete finiti, beh, cavolo, significa che il libro è stato scritto bene.
Morozzi non mi ha deluso, neanche alla terza prova. Certo, "Blackout" era un'altra cosa, ma ripeto, rendere tanto accattivante una situazione così banale come quella de "L'abisso" non è mica roba da tutti. 
E poi Bologna, il linguaggio di Morozzi, le scene surreali, la musica...argh, niente da fare. Promosso.
Leggetelo. Per un paio d'ore di angoscia e di divertimento allo stato puro.





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