Mitch Albom - I miei martedì col professore

Mitch Albom - I miei martedi col professore. La lezione più grande: la vita, la morte, l'amore

BUR Biblioteca Universale Rizzoli (collana SuperBUR)
2000
pp. 198
€ 7,90



"In questo Paese subiamo una specie di lavaggio del cervello perpetuo", sospirò Morrie. "Sai come fanno a lavare il cervello alla gente? Ti ripetono qualcosa in continuazione. Qui da noi facciamo così. Possedere delle cose è bello. Avere più denaro è bello. Avere più proprietà è bello. Più affarismo è bello. Più è bello. Più è bello. Noi lo ripetiamo - e ce lo ripetono - ancora e ancora fino a quando nessuno si preoccupa più neanche di pensare in modo diverso. Il cittadino comune è talmente confuso da tutto questo da non avere più la minima capacità di discernere ciò che è davvero importante.
"Dovunque sia stato nella mia vita ho conosciuto persone che volevano arraffare qualcosa di nuovo. Una macchina nuova. Una nuova casa. L'ultimissimo tipo di giocattolo. E poi volevano parlartene. 'Indovina che cos'ho? Indovina che cos'ho?'
"Sai come ho sempre interpretato questo fenomeno? Si trattava di persone così affamate d'affetto che si accontentavano di sostituti. Accettavano beni materiali e si aspettavano qualcosa in cambio. Ma non funziona mai così. Non si possono sostituire amore, gentilezza, tenerezza o amicizia con cose materiali."
[...] 
"Devi essere onesto con te stesso. Non hai bisogno della spider ultimo modello proprio come non hai bisogno di una casa più grande. La verità è che non ricavi soddisfazione da quelle cose. Sai che cosa ti gratifica veramente?"
Che cosa?
"Offrire agli altri quello che hai da dare."
Sembri un boy scout.
"Non parlo di denaro, Mitch. Mi riferisco al tuo tempo. Al tuo interesse. Alle storie che mi racconti. Non è così difficile."


La sindrome di Braccialetti Rossi (ebbene sì, sono una vittima :) ) mi ha portato, nell'arco di breve tempo, a leggere uno dopo l'altro tre libri dal tema pressoché identico, ossia la vita oltre la malattia. 
La vita che combatte la malattia.
Prima Brizzi, poi Espinosa, ora Albom.
In questo caso però, chi scrive non è il malato in prima persona, bensì chi gli sta vicino, ossia lo stesso Mitch Albom.
Mitch che al college aveva seguito le lezioni del professor Morrie Schwartz, per poi però, dopo averlo salutato durante la cerimonia del diploma, farlo diventare un semplice ricordo. E' solo quando lo rivede in tv, dopo anni, che gli scatta qualcosa dentro: nonostante sia gravemente malato, Morrie emana infatti una forza ammirabile e fa sì che Mitch, diventato ormai uno dei tanti uomini dediti solo ed esclusivamente alla carriera, ne resti ammaliato. Decide quindi di andare a trovare il suo mentore, dando così il via a quattordici martedì ricchi di riflessioni e spunti per una vita migliore...quattordici incontri che riusciranno a rendere l'ex studente una persona completamente nuova.


E' un libro che andrebbe regalato alle persone a noi più care. 
Un pozzo di cose buone, di valori semplici ma non per questo scontati.
Ricorda e sottolinea tutto ciò che non dovremmo mai dimenticare ma che spesso, invece, tendiamo ad ignorare o a far passare in secondo piano.
Senza dubbio commuove e fa riflettere; lo so, a volte si può avere la sensazione che vada a rimarcare principi ovvi - e a qualcuno potrà sembrare un minestrone di luoghi comuni - ma se ci si ferma un attimo a pensare, ci si accorge che non è affatto così, e che a volte abbiamo proprio bisogno di leggere certe cose per renderci conto di quanto, all'interno delle nostre giornate, possano esser tutto, fuorché scontate. Anzi, lo sappiamo benissimo, spesso sono proprio le azioni in apparenza più banali quelle che poi si rivelano le più difficili da mettere in pratica.
Il professore ci insegna la bellezza di quell'ardua arrampicata che è la vita, alle prese con l'amore, la famiglia, l'amicizia, la malattia, i soldi, il perdono, la morte.
Tra un po' di commozione e qualche sorriso, ci fa riflettere sul tempo sprecato e sulle cose a cui non abbiamo dato il giusto peso, ma anche sull'importanza dei legami e su quella della solitudine.
Tutti, nella vita, dovremmo avere diritto ai nostri martedì di lezione. Ed è un peccato non siano previsti...contribuirebbero sicuramente a creare un mondo migliore.

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