Cristina Petit - Qualcosa che somiglia al vero amore

Cristina Petit - Qualcosa che somiglia al vero amore

TRE60
2015
pp. 265
€ 14,90





“Ho trovato questo tuo libro di Darwin!”
“E?”
“E mi è piaciuto molto, papà, perché non me l'hai mai fatto leggere?”
“Perché è meglio che i libri ti chiamino quando sei pronta!”
“Per questo a volte mi è capitato di leggere un libro che mi avevano fortemente consigliato e invece a me non ha detto nulla?”
“Non era il tuo momento! Io penso che i libri si accordino al nostro stato d'animo, se sono quello di cui abbiamo bisogno in quel momento, vibriamo con loro. Darwin non è una lettura né facile, né molto divertente, però può essere entusiasmante per certi aspetti.”
“E' notevole!”
“Lo so! E mi fa piacere che tu sia arrivata da sola a volerne sapere di più.”
“Ma papà, è tremendo, non riusciremo mai a sapere, a conoscere e a leggere tutto quello che è stato scritto! Quante cose ci perdiamo?”
“Tante piccolina, ma stai tranquilla, va bene così. La cosa più importante è sapere di non sapere. Solo chi si sente piccolo e ignorante continua a scoprire e conoscere, mai vorrei sentirmi arrivato nella vita!”
“Ma papà, io vorrei sapere molte più cose, vorrei...Se...”
Il padre la guardava agitarsi e infiammarsi e ben riconosceva il suo temperamento giovanile.
“Clém, calmati, la vita ti darà tutto il tempo di cui hai bisogno per diventare una grande persona, ma non pensare mai che chi più ha letto o studiato sia superiore agli altri. La grandezza dell'animo è un'altra cosa.”
“Ma papà, tu hai sempre detto che leggere è importante?!”
“Certo! E' una delle strade possibili, è quella che io ho percorso di più, soprattutto in gioventù ma non è l'unica. Ho conosciuto un pescatore su un'isola sperduta che aveva capito dalla vita molte più cose di me e non aveva mai letto un libro. Aveva solo pescato e pensato. Pescava da solo, quindi non poteva far altro che pensare in continuazione. Il suo pensiero immerso nella natura lo aveva reso grande, felice e molto saggio. Non giudicare mai nessuno Clèm, perché nel profondo di ognuno c'è sempre qualcosa di interessante che tu non conosci. Sai qual è la conquista più grande che ho fatto nella mia vita?”
“No, papà.”
“Ho capito che una delle cose che mi riempie è cambiare idea, ribaltare completamente il mio pensiero e farlo evolvere in un altro pensiero. Credo che il problema del mondo consista nel fatto che la gente non voglia cambiare idea. Si rimane ancorati a un'opinione e la si difende per principio. Ci sono pochi grandi valori che non possono cambiare, ma tutto il resto può veramente essere stravolto. Se fossimo capaci di accettare il cambiamento di qualunque cosa con gioia, credo che saremmo tutti più felici..”

Era da tanto che non mi capitava di leggere un libro tutto d'un fiato, di iniziarlo e finirlo nell'arco della stessa giornata. Sì, non esagero se dico che era da anni che non mi succedeva una cosa simile. E l'aspetto più bello di tutta la faccenda è che non si tratta di un libro che ho scelto, ma che mi è stato regalato.
No, perché è vero, tante volte partiamo prevenuti e sbagliamo di grosso (molte altre volte magari no :°D..ma Wonder dovrebbe averci insegnato qualcosa)...però, la verità: ecco, io un libro con una copertina del genere non l'avrei mai preso. Giusto per capirci: ho un rifiuto tale per la copertina, che il mio cervello non riesce a registrare il titolo di questo romanzo. Insisto da giorni, ma non c'è niente da fare. Ora mi sorge il dubbio che il rifiuto riguardi proprio il titolo. O forse entrambi?! :)
In ogni caso, ho da fare due premesse: 
- la sera prima di leggere il libro ho visto per la nonsoqualesima volta “C'è posta per te” (chiaro, sto parlando di Meg Ryan e Tom Hanks, e dei lontani – favolosi – anni '90) e credo che un tantino abbia influito sul mio stato d'animo durante la lettura;
- se non siete sognatori, ma tipo di quelli ancora capaci di camminare con il naso all'insù, sappiatelo: non potrete né capire né apprezzare una piccola meraviglia come questa. Statene alla larga, sareste solo capaci di dire che vi ha fatto venire il latte alle ginocchia, già mi sembra di sentirvi. Vi risparmio la fatica. :)

Siamo a Parigi, e siamo in compagnia di Clémentine Poli, una ventisettenne che da un giorno all'altro si ritrova con un'eredità inaspettata fra le mani: uno splendido appartamento, con tanto di favolosa di libreria e singolare portaombrelli, al numero 14 di Rue Le Monde.
Clémentine cura i bambini: li cura con le parole. Trova un rimedio ai loro malesseri - causati da un mondo poco attento alle specie più piccole - tra le pagine dei libri. (“Fissò ancora un po' le nervature brune delle foglie della vite e si accorse che percorrevano mille stradine piccole per raggiungere le parti più lontane della foglia.
La natura ha il potere di garantire la vita anche alle estremità, anche agli ultimi, ai più piccoli. Solo gli uomini non considerano sacrosanto questo principio e così si ha una società che non pone i bambini al centro, ma di fianco, se non sotto. E si hanno bambini tristi, con il mal di testa e tante manie, bambini che della paura o della vergogna o della timidezza fanno la parte costituente del loro essere e non sono più bambini, ma l'incarnazione di un'emozione o un sentimento amplificato ed esasperato per gridare al mondo che ci sono anche loro.”) 
Era questo il suo sogno, ed è questo che fa. E' una sognatrice come noi, una con le scarpe col cinturino rosse, allegra, con gli occhi sorridenti. Alle spalle qualche amore finito male, ma davanti a sé sempre tanta voglia di ricominciare.
La vita le vuole bene, e fa sì che l'appartamento che le è stato donato, sia all'interno di un palazzo abitato da  persone speciali, da bambini e adulti che il mercoledì sera si ritrovano sempre alla stessa ora davanti ad una tazza di tè fumante, ad inventarsi storie prendendo spunto dall'elenco telefonico. Tra di loro c'è Remy, un ottenne con le lentiggini, spontaneo e frizzante come tutti i bambini di quell'età dovrebbero essere, ed Hector, il portiere buono che tutti vorremmo incontrare.
Scorre in parallelo la storia di Albert, lo scrittore che in un giorno di pioggia (come Andrea e Giuliano che incontrano Licia per caso..) vede Clémentine e se ne innamora perdutamente. La rivede altre volte, ma c'è sempre qualcosa che lo blocca, e l'unica cosa che riesce a fare è fantasticare tanto su quei momenti, tanto da scriverne un romanzo. Libro che avrà un successone e finirà anche tra le mani della stessa Clémentine, la quale si renderà conto di avere qualche tratto in comune con ciò che sta leggendo.
Ma quando comparirà Thomas, l'ex inquilino dell'appartamento ereditato dalla protagonista, a reclamare una vecchia copia di un libro dell'infanzia dimenticato su un armadio, e a movimentare una storia che poteva sembrare già scritta, per Clémentine tutto prenderà una piega inaspettata.
Eppure di una cosa non potrà mai dubitare: i libri saranno sempre capaci di unire le persone. 



Ecco, a dispetto di ciò che potrebbe sembrare, non è un libro stupido, ancor meno superficiale. 
Certo, è romantico e, ovvio, tratta di amore, di amore a Parigi: che vi volete aspettare?
Potrei dire davvero miliardi di cose su queste 260 pagine che hanno avuto il potere di farmi riacquistare un amore per la lettura che, a causa degli ultimi incontri, si era leggermente affievolito. Me ne sono innamorata, un po' come ci si innamora di qualcuno, e tanto si è contenti che neanche si riesce a spiegare con le parole.
Eppure è molto semplice: è un romanzo che mette le ali ai sogni (ai sogni di noi poveri sognatori, si intende, individui abitanti zone non ben definite lì tra le nuvole), ma non ci fa credere in qualcosa di irreale, tutt'altro. Anzi, offre sul serio tanti spunti di riflessione, ed è per questo che mi sono ritrovata a segnare diverse parti. Vorrei poterle trascrivere tutte, ma vi rovinerei la sorpresa.
Ciò che spicca di più  è senza dubbio l'Amore, quello con la A maiuscola, per i libri, che non solo traspare - come la Parigi in copertina - ma fuoriesce da qualsiasi spazio tra le parole. L'importanza della lettura, i libri come cura, i libri che mai dividono, che sempre uniscono. Le storie che si inventano, che si intrecciano, che rendono liberi.
E poi ci sono davvero tanti, tanti altri piccoli grandi insegnamenti. 
Dal valore dell'attenzione ai bambini a quello della famiglia; dalla potenza dell'amicizia alla meraviglia per le piccole cose, per i segnali e le coincidenze della vita. E poi, il rivalutare l'importanza dei vicini, persone che molto spesso ci limitiamo a salutare in ascensore, spiattellandoci poi su pareti opposte, con la paura di non sapere cosa dire se non parlare del tempo che fa, aspettando con ansia che le porte si aprano e liberino quell'imbarazzo giù per le scale.
Il piacere di ritrovarsi, di farsi bastare del tè e delle storie, e non desiderare nient'altro per stare bene.

Insomma, se vi è piaciuto “Il favoloso mondo di Amélie”, adorerete questo libro, ecco tutto.
Scopro ora che è uscito il 23 Aprile 2015, data che segnava casualmente la Giornata Mondiale del Libro. Ecco che ritornano le coincidenze della vita.
Primo romanzo per adulti di un insegnante metà francese e metà bolognese che, fino ad ora aveva scritto “solo” libri per bambini, e devo dire che se l'è cavata egregiamente.
E' uno stile semplice il suo, di quelli che senza perdersi in inutili fronzoli giungono dritti all'obiettivo, aiutati da una trama ben strutturata e ricca di idee intelligenti, dipinta sullo sfondo della città più romantica del mondo. Clémentine poi, è una meraviglia, così come Remy: impeccabile e perfetta la caratterizzazione dei personaggi.
L'ho fatta veramente troppo lunga, me ne rendo conto. Eppure ancora non ricordo il titolo. Mi rimane davanti agli occhi la ragazza con la coda e la tazza in mano, Parigi sullo sfondo, e un sacco di parole che mi danno la forza di credere ancora una volta che se puoi sognarlo, puoi farlo.





Commenti

  1. ti ringrazio di cuore per le tue parole che hanno chiarito molte cose anche a me.
    un sorriso
    Cristina Petit
    maestrapiccolagmail.com

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    Risposte
    1. Cristina, dovrei ringraziarti io di cuore, non solo per avermi reso felicissima con questo commento, ma anche - e soprattutto - per avermi sicuramente reso una persona migliore con il tuo libro.
      Un abbraccio
      Marta

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